Truffa biogas smascherata a Mantova
Indagati i biogassisti della centrale di Roverbella. Una centrale partita dopo i termini di legge per agguantare i super incentivi del 2012 e che è stata protagonista di incidenti. Grazie all'azione del comitato locale No biogas (che non ha mai gettato la spugna) gli speculatori oggi dovranno rendere conto del loro operato. Si configurerebbero i reati di di falsità ideologica, e tentata truffa, oppure tentata indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato. Ma quanti biogassisti in Italia hanno messo a segno o tentato la stessa operazione per incassare dal GSE una tariffa più elevata di quella che avrebbero avuto diritto a percepire?
fonte: http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2015/04/01/news/tentata-truffa-con-il-biogas-gli-atti-a-roma-1.11162545Indagati i biogassisti della centrale di Roverbella. U
Tentata truffa con il biogas, gli atti a Roma
Roverbella. Il gip: ci fu falsa attestazione dell’avvio di produzione. Il comitato: ora il sindaco si dimetta
ROVERBELLA. Tentata truffa ai danni
dello Stato per aver chiesto i contributi sul biogas, nonostante non ve
ne fossero i requisiti, Con questa motivazione il Gip di Mantova,
Gilberto Casari, ha disposto l’invio degli atti di inchiesta a Roma,
luogo ove si sarebbe configurato il reato, dichiarando la propria
incompetenza a decidere. La vicenda è relativa alla società Roverbella
Energia, per la quale è indagato l’ex legale rappresentante Fabio Rossi.
Tutto nasce quando il Comitato “Aria
suolo e sottosuolo di Roverbella” presenta una denuncia alla procura
della repubblica di Mantova, sostenendo che la società, inizialmente
promossa da un gruppo di agricoltori ed allevatori, alla data del 31
dicembre 2012, pur non essendo in esercizio, aveva chiesto al Gse
(gestore del servizio elettrico) gli incentivi relativi alla produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili.
«Quegli incentivi – spiega il presidente
del Comitato, Sperandio Pasquali – spettavano solo a chi aveva iniziato
a produrre energia rinnovabile e a metterla in rete entro la fine del
2012. Cosa che, secondo noi, non era avvenuta a Roverbella, visto che
l’impianto era ancora da terminare». La denuncia viene esaminata, ma il
pubblico ministero propone l’archiviazione dell’indagato in quanto la
società alla fine non aveva ricevuto dal Gse gli incentivi.
Il Comitato però si oppone
all’archiviazione. Le indagini, in effetti, nel frattempo avevano
accertato che il tentativo di chiedere gli incentivi, era stato posto
realmente in atto attestando falsamente che l’impianto era entrato in
esercizio entro la fine del 2012.
Quindi, per il Gip, si configurerebbe il
presunto reato di falsità ideologica, e tentata truffa, oppure tentata
indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato.
«In ogni caso è confermato che elementi
per indagare ve ne sono – prosegue Pasquali –. Anche perché a
quell’epoca era la Provincia a dover verificare se gli impianti erano in
esercizio o meno, e invece il sopralluogo non fu mai eseguito,
lasciando che la ditta facesse una autodichiarazione. Nel frattempo gli
incentivi sono poi stati dati. Per questo chiedo ai consiglieri tutti,
di maggioranza e opposizione, di opporsi al fatto che il Comune ora
minaccia di chiederci i danni. Visto quanto succede, per me il sindaco
dovrebbe dimettersi – attacca il presidente del Comitato –. Inoltre
chiedo di dire pubblicamente se c’è la fidejussione che la ditta deve
depositare obbligatoriamente come garanzia».
E sul caso del Comune, che ha nominato
un avvocato per tutelarsi dal Comitato biogsas, interviene il
consigliere comunale Benedetta Lorenzi.
«Siamo sempre stati attenti come Pd alla
questione biogas. Senza criminalizzare chi ha promosso l'iniziativa, ci
sembra doveroso che l'amministrazione locale si preoccupi in prima
istanza della sicurezza della salute dei cittadini e del loro benessere.
Non troviamo giusta la nomina di un legale e siamo convinti che un
confronto diretto e aperto con le parti in causa porterebbe alla
risoluzione dei problemi»
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