La mancata proroga del termine di approvazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del Lazio

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR), è stato adottato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 556 del 25 luglio 2007, poi integrata dalla deliberazione n. 1025 del 21 dicembre 2007: è stato poi pubblicato e fatto oggetto di 20.000 osservazioni a cui alla fine del 2012 (a distanza di quasi 4 anni e mezzo) non era stato ancora controdedotto del tutto: in base all’allora vigente art. 21 della legge regionale n. 24 del 6 luglio 1998 il PTPR doveva essere approvato entro il 14 febbraio 2013.
Il 1° comma dell’art. 21 disponeva allora e dispone tuttora che “Decorso inutilmente tale termine, operano esclusivamente le norme di tutela di cui al Capo II e, nelle aree sottoposte a vincolo paesistico con provvedimento dell’amministrazione competente, sono consentiti esclusivamente interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, risanamento, recupero statico ed igienico e restauro conservativo.

Il successivo articolo 23 bis della l.r. n. 24/1998 sempre all’epoca vigente era dedicato alle “Misure di salvaguardia in pendenza dell’approvazione del PTPR” e prevedeva che «dalla data di pubblicazione del PTPR ai sensi dell’articolo 23, comma 2, fino alla data di pubblicazione di cui al citato articolo 23, comma 6 e comunque non oltre cinque anni dalla data di pubblicazione del piano adottato dalla Giunta regionale ai sensi dell’articolo 23, comma 2, è sospesa ogni determinazione in ordine alle autorizzazioni di cui all’articolo 151 del decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 490, che siano in contrasto con le previsioni del PTPR adottato».
Ne derivava che alla fine del 2012 stavano ormai per scadere i 5 anni di vigenza delle “misure di salvaguardia” e di conseguente validità del PTPR senza più ormai la possibilità che venisse definitivamente approvato dal Consiglio Regionale dal momento che era stato sciolto il 28 settembre 2012.
Con Nota VAS prot. n. 8 del 25 novembre 2012, trasmessa alla Direzione Generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanee ed alla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ho allora chiesto a nome del Circolo Territoriale di Roma di VAS l’approvazione in via sostitutiva del Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) del Lazio.
Della istanza di VAS deve essere stata portata a conoscenza la Regione Lazio in generale e l’Assessorato all’Urbanistica in particolare, dalla cui “Area Pianificazione Paesistica e Territoriale” è partita subito dopo la Proposta di legge n. 26256 dell’11 dicembre 2012 che è stata approvata dalla Giunta: propone la modifica contestuale della scadenza sia del 31.12.2012 dell’art. 21 che dei 5 anni disposti dall’art. 23 bis.
Nella relazione alla proposta di legge viene fatto presente il nuovo comma 9 dell’art. 143 del D.Lgs. n. 42/2004 (con cui è stato emanato il “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio”) che testualmente recita: «A far data dall’adozione del piano paesaggistico non sono consentiti, sugli immobili e nelle aree di cui all’articolo 134, interventi in contrasto con le prescrizioni di tutela previste nel piano stesso. A far data dalla approvazione del piano le relative previsioni e prescrizioni sono immediatamente cogenti e prevalenti sulle previsioni dei piani territoriali ed urbanistici».
La relazione arriva così alla conclusione che “pertanto, la prescrizione di misure di salvaguardia a far data dall’adozione del Piano paesaggistico sembra essere esclusa dall’ambito di competenza regionale, essendo espressamente disciplinata dalla fonte statale, la quale, come detto, non vede un termine di decadenza per l’efficacia delle misure di salvaguardia.
Nell’ambito del mutato quadro normativo, il citato art. 23 bis della L.R. n. 24 del 1998 pone problemi sia di legittimità – o quanto meno di coordinamento con la legge nazionale – che di opportunità; tali problematiche (per un’analisi delle quali si rinvia all’atto del 30.10.2012 prot. n.
468006) inducono a ritenere opportuno un intervento di modifica della disposizione sopra richiamata uniformando la disposizione regionale a quanto previsto dal Codice che non contempla alcun termine decadenziale per l’efficacia delle misure di salvaguardia.
Conseguentemente all’articolo 23 bis della legge regionale n. 24/1998 6 luglio 1998 è stato proposto di sostituire le parole da «fino alla data di pubblicazione di cui al citato articolo 23» a «in contrasto con le previsioni del PTPR adottato» con le seguenti: «non sono consentiti, sugli immobili e nelle aree di cui all’articolo 134 del D.Lgs. n. 42 del 2004, interventi che siano in contrasto con le prescrizioni di tutela previste nel PTPR adottato».
Il 28 dicembre 2012 il Consiglio Regionale convocato d’urgenza presieduto da Mario Abbruzzese, ha approvato all’unanimità la Legge regionale n. 16 del 28 dicembre 2012 con cui è stato modificato il 1° comma dell’art. 21 della legge regionale n. 24/1998, prorogando fino al 14 febbraio 2014 la validità delle disposizioni del PTPR, ma anche l’art. 23 Bis con il suddetto testo tuttora vigente.
In questo frattempo l’attuale Giunta Zingaretti ha inteso proseguire con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo l’elaborazione congiunta del PTPR in relazione all’innovata disciplina del Codice: è stato predisposto uno schema di protocollo d’intesa, con un allegato disciplinare per il perseguimento dell’obiettivo comune di tutela e valorizzazione del paesaggio laziale, con specifico riferimento ai beni paesaggistici, nel rispetto dei principi di collaborazione e cooperazione istituzionale sanciti dal Codice in materia di Paesaggio, che è stato approvato con Deliberazione della Giunta Regionale n. 447 del 10 dicembre 2013.
Come specificato personalmente al sottoscritto dall’arch. Daniele Iacovone, la Regione Lazio avrebbe raggiunto una intesa con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali per concordare assieme le controdeduzioni alle circa 20.000 osservazioni che sono state presentate e già istruite dall’arch. Giuliana De Vito, attuale dirigente dell’Area Pianificazione Paesistica e Territoriale.
Ma il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha ritenuto che ci voglia un anno di tempo per sbrigare assieme questa enorme mole di lavoro: questo comportava la certezza di non poter rispettare la scadenza del 14 febbraio 2014, fissata dal 1° comma dell’art. 21 della legge regionale n. 24/1998 così modificato dal 1° comma dell’art. 1 della legge regionale n. 16 del 28 dicembre 2012.
Come precisato in un articolo pubblicato su questo stesso sito il 18 dicembre 2013 (http://www.vasroma.it/slitta-di-un-anno-lapprovazione-definitiva-del-piano-territoriale-paesistico-regionale-del-lazio/#more-3797) la Regione Lazio si trovava così costretta ad approvare nuovamente l’ennesima proroga del termine della scadenza, modificato  a tutt’oggi per ben 14 volte (rispetto alla primissima scadenza fissata al 31 dicembre 1999).
Con deliberazione della Giunta regionale n. 52 del 4 febbraio 2014  è stata approvata quella che è poi diventata la Proposta di legge n. 128 del 5 febbraio 2014 e su cui il giorno dopo ha dato il suo parere favorevole la VI Commissione Ambiente, lavori pubblici, mobilità, politiche della casa e urbanistica.
Sul sito della Regione (http://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglioweb/commissioni_news_dettaglio.php?id=1581&vmf=18&vms=95&idcomm=30&om=1 il 6 febbraio 2014 è stato pubblicato un articolo dal titolo “Piano paesistico, primo sì a proroga norme di Salvaguardia, che da quanto si è precedentemente detto lascia intendere quello che invece non è, dal momento che la proroga è soltanto del termine ultimo entro cui approvare definitivamente il PTPR e non prorogare anche le misure di salvaguardia .
Quel che è più grave è che ad avallare una presunta scadenza delle “norme di Salvaguardia” (che non esiste) è stato lo stesso Presidente della Commissione Ambiente dal momento che sul sito della Regione è stato pubblicato un trafiletto dal seguente testo: “La commissione Urbanistica del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi (Pd), ha approvato una modifica della legge regionale che regola la pianificazione paesistica.
Enrico Panunzi
In pratica, come ha spiegato il presidente, si tratta di una proroga delle norme di salvaguardia che tutelano il territorio, in attesa della definitiva approvazione del Piano territoriale paesistico regionale. Con questo provvedimento, che adesso dovrà avere il via libera definitivo dell’aula, la Regione avrà tempo un altro anno, fino al 14 febbraio 2015.”
Oltre a risultare quanto meno strano che la Giunta Regionale dal mese di dicembre (che presumibilmente sapeva dell’impossibilità di approvare il PTPR entro la data del 14 febbraio 2014) si sia decisa ad approvare la proposta di legge n. 128 soltanto ai primi del mese di febbraio del 2014, appare ben più strano e comunque inaccettabile – se non altro perché ha legittimato sospetti  che tuttora permangono – che la proposta di legge n. 128 benché congedata dalla VI Commissione ad ormai 8 giorni dalla scadenza del 14 marzo 2014 non sia stata poi calendarizzata.
Il Movimento 5 Stelle ha allora occupato l’aula assembleare del Consiglio Regionale  del Lazio per ottenere la convocazione del Consiglio stesso entro  il 14 febbraio 2014,  anche perché convinto dalle stesse dichiarazioni del Presidente Panunzi che senza l’approvazione della proroga al 14 febbraio del 205 sarebbero decadute le misure di salvaguardia del PTPR.
Questo il loro comunicato dal titolo “Il Movimento 5 Stelle occupa l’aula del Consiglio Regionale
Il M5S Lazio, dopo non aver ottenuto risposte chiare dal Consiglio e dalla Giunta in merito alle conseguenze della mancata proroga al Piano Territoriale Paesistico Regionale che scadrà il 14 febbraio 2014 ha deciso di occupare l’aula del Consiglio Regionale del Lazio fino a quando non sarà convocata una seduta d’urgenza prima della data citata.Se non viene approvata la proroga entro il termine sarà possibile, almeno nei giorni di “vuoto legislativo” che potrebbero intercorrere tra tale termine e la prossima seduta del consiglio:
  • Costruire in zone vincolate;
  • Aumentare le cubature degli immobili;
  • Aprire una centrale a Biogas in territori vincolati;
  • Stravolgere l’urbanistica dei centri storici e l’assetto del territorio regionale
Occupiamo l’aula fino a quando il presidente Leodori non ci garantirà che entro venerdi sarà convocato il consiglio che deve essere al servizio dei cittadini e non dei costruttori e degli speculatori.
Il M5S Lazio non assisterà in silenzio allo stupro del territorio e del paesaggio laziale, se volete darci supporto ci trovate a via della Pisana.
 
Ad un articolo pubblicato sul sito “Carte in Regola”  (http://carteinregola.wordpress.com/2014/02/13/ma-questa-volta-il-territorio-dovrebbe-essere-al-riparo/#more-6867) il Movimento 5 Stelle ha dato la seguente risposta : ”Il PTPR, oltre a recepire i vincoli di altre amministrazioni ne inserisce e regolamenta dei nuovi. Laddove esistano solo i vincoli da PTPR decadrebbero. Inoltre l’articolo 23bis parla di PTPR “adottato” e, con la mancata proroga, è proprio lo stato di adozione che decade. Inoltre l’articolo 2 del piano casa fa riferimento alla tutela dei centri storici così come definiti dal PTPR. Ora qualora decadesse e non ci fossero altri vincoli di altre amministrazioni cosa succederebbe?
Inoltre essendo un piano che regolamenta le procedure amministrative si creerebbero le condizioni per ricorsi da parte di chi chiede permessi senza rispettare le procedure previste dal PTPR, almeno nella finestra temporale di incertezza adozione/approvazione.
Noi occuperemo l’Aula fino a quando non verrà calendarizzato il Consiglio con all’odg il sì alla proroga dell’approvazione del Piano territoriale paesistico regionale (Ptpr). Noi staremo qui dentro, ce ne freghiamo di tutto, perché a noi interessa salvaguardare il paesaggio ed anche i cittadini dalla cementificazione e da queste speculazioni che si avrebbero se non riusciamo ad approvare questa benedetta legge 128”.
Sono queste le parole dette ai giornalisti dal consigliere regionale Devid Porrello che insieme ad altri suoi colleghi Silvana Denicolò, Davide Barillari, Gianluca Perilli e Gaia Pernarella hanno deciso di occupare l’aula della Pisana per protestare contro la mancata calendarizzazione, entro la scadenza obbligatoria del 14 febbraio.
Devid Porrello
Si tratta di due articoli: – ricorda Porrello – significa stare in Aula tre minuti, perché non si presenterà neanche un emendamento”.
Secondo l’esponente grillino “il 16,17,18 febbraio e finché non si convocherà il Consiglio e verrà approvata la proroga, la Regione Lazio è terra di nessuno. I vincoli paesistici cadono tutti, rimangono in piedi i piani territoriali dove ci sono, perché ci sono anche zone sprovviste di Piano territoriale, quindi chiunque può presentare un progetto, un ampliamento in centro storico, la costruzione di una centrale di biogas come succederà al Gallicano che seguiranno i Ptp e non i Ptpr. Questo fino a quando non verrà convocato il Consiglio e dovrebbe essere mercoledì”.
Dando riscontro ad una necessità e ad un’urgenza, – ha spiegato poi Pernarella – hanno convocato la commissione straordinaria d’urgenza, l’ha convocata il presidente Leodori, quindi loro conoscono benissimo la gravità della situazione. Tutta questa farsa per poi oggi non convocare né il Consiglio dove si deve votare la proroga e neanche calendarizzarlo. Noi restiamo qui dentro e chiediamo a Leodori di convocarlo”.
E in Consiglio sono arrivati anche sette deputati del Movimento 5 Stelle – Frusone, Di Battista, Baroni, Di Stefano, De LorenzisValente e Della Valle - che sono andati a portare sostegno ai colleghi: un gesto motivato con la volontà di sottolineare come la protesta sia  ”giusta” per evitare “l’ennesimo regalo a chi approfitta degli abusi edilizi”.
In una nota l’Assessore alle Politiche del territorio, Michele Civita, ha stigmatizzato il gesto  del gruppo grillino:  ”Tanto rumore per nulla. La mancata proroga del termine di approvazione  del PTPR o il suo slittamento non producono infatti alcun effetto sulle misure di salvaguardia del PTPR che continuano ad essere efficaci e vigenti. Infatti, il superamento della data del 14 febbraio, come é indicato nell’articolo 21 della legge regionale sul paesaggio (la n. 24 del 1998), al contrario di quanto sbandierato aumenta i livelli di salvaguardia consentendo di realizzare nelle aree con decreto paesaggistico minimi interventi edilizi ovvero solo quelli di restauro edilizio, risanamento statico e manutenzione straordinaria degli edifici. Tale disposizione restrittiva resterà in vigore fino all’entrata in vigore della legge con la  proroga al 14 febbraio 2015, oggi rinviata“.
Michele Civita
Riguardo al comportamento tenuto dall’Assessore va fatto presente, anche per un opportuno confronto, che quasi contestualmente al suddetto corretto comunicato l’11 febbraio 2014  l’On. Michele Civita ha voluto partecipare di persona alla riunione che la Commissione Ambiente ha tenuto sul contestato progetto di un impianto di compostaggio dei rifiuti che si vorrebbe realizzare in Comune di Gallicano e che è stato finanziato dalla Provincia di Roma quando ne era Assessore sempre Civita.
Secondo i consiglieri comunali Lucia D’Offizi (PdL) e Mario Galli (Progetto Comune – Lista Civica) si tratta di un progetto sbagliato, sia per la localizzazione in una zona pregiata dal punto di vista ambientale, sia per la procedura seguita: in particolare – secondo i consiglieri – la proprietà dell’area interessata non è ancora dell’amministrazione.
Di diverso avviso è invece il sindaco di Gallicano, Marcello Accordino: “Nel 2008 abbiamo iniziato un percorso per chiudere il ciclo dei rifiuti. In quel percorso sono state individuate 4 strutture per il compostaggio. Uno dei quali è l’impianto di cui si parla, che prevede il trattamento di 25 mila tonnellate l’anno di rifiuti. Non una discarica, non un termovalorizzatore, un impianto di compostaggio. Per quanto riguarda il terreno sarà espropriato a tempo debito. Si tratta di una zona dove passa l’autostrada, c’è una sottostazione elettrica di terna e i piloni dell’alta tensione, quindi nessuno scempio ambientale. Siamo aperti al confronto, ma riteniamo necessario questo impianto, forniremo tutti gli atti relativi alla commissione“.
Quando abbiamo lanciato la raccolta porta a porta in Provincia di Roma – ha ricordato l’assessore regionale con delega ai rifiuti, Michele Civita – ci siamo preoccupati anche di finanziare la realizzazione di isole ecologiche e piccoli impianti di compostaggio che servano i comuni di uno stesso bacino. Tra cui quello di Gallicano: non una centrale elettrica, ma un impianto per la produzione di compost di qualità per le necessità dell’azienda agricola limitrofa. Ci sono aspetti da chiarire? Siamo disposti a farlo, ma basta con le falsità. L’umido rappresenta una frazione significativa della raccolta differenziata, questi impianti ci servono”.
Fra “gli aspetti da chiarire” c’è soprattutto l’ostacolo del vincolo paesaggistico che grava sull’area in cui si vuole realizzare l’impianto di compostaggio, per la cui tutela il PTPR vigente prescrive il divieto di installazione di impianti industriali, che il Comune di Galligano vorrebbe scavalcare sperando nell’accoglimento di una precisa osservazione presentata al PTPR adottato ed a cui la Regione dovrà controdedurre d’intesa con il Ministero: a tal ultimo riguardo da una persona che era presente quel giorno alla riunione mi è stato riferito che l’Assessore Civita avrebbe dichiarato che la zona è degradata e che pertanto dovrebbe essere eliminato il vincolo e con esso il divieto di costruire.
Con un comunicato emanato il 14 febbraio 2014 il Forum Ambientalista del Circolo di Civitavecchia ha voluto replicare alla nota dell’Assessore Civita con cui ha stigmatizzato il gesto  del gruppo grillino: “L’assessore Michele Civita (a meno che il comunicato non l’abbia inviato un “fake”, visto che lo chiamano Marco) non può non sapere che la mancata proroga della vigenza del PTPR adottato, solo per rimanere nell’ambito della “monnezza” e tralasciando per un attimo quello dei “palazzinari”, comporta la decadenza delle specifiche norme relative ai sistemi ed ambiti del Paesaggio individuati nella TAV. A del PTPR e, in particolare, del divieto di realizzazione di nuove discariche o ampliamento di quelle esistenti in aree che nel PTPR sono state inserite nel sistema del Paesaggio Naturale.
Infatti, come è indicato in un altro periodo, che l’assessore Civita omette di citare, dell’art. 21 della legge regionale sul paesaggio (la n. 24 del 1998): “Decorso inutilmente tale termine, operano esclusivamente le norme di tutela di cui al Capo II“, quindi tutte le disposizioni di tutela del paesaggio, ulteriori e di dettaglio rispetto alla legge 24/98, introdotte dai PTP e dal PTPR, dal 15 febbraio, in mancanza dell’approvazione di una Legge di proroga, saranno cancellate.
Delle due l’una: o l’assessore Civita mente in maniera consapevole, sapendo bene che dal 15 febbraio il suo assessorato potrà autorizzare discariche (ma anche varianti urbanistiche a scopo edificatorio) in aree che fino a domani saranno oggetto di esplicito divieto, oppure non è in grado di leggere e comprendere le disposizioni normative della Regione che è chiamato ad amministrare.
C’è di più. La necessità della proroga è chiaramente esplicitata nel protocollo d’intesa (che peraltro, è un evidente presagio di sventura) sottoscritto tra Regione e MiBACT l’undici dicembre scorso (in allegato, p. 8 del file). In due mesi il Consiglio Regionale non è stato in grado di approvare un Legge costituita da ben un (UNO, 1) articolo. Anzi, la proposta di legge (PL 128 5 febb 2014) è stata trasmessa al Consiglio solo il 6 febbraio, ovvero appena 8 giorni prima della scadenza del termine.
Dovrebbero approvare la legge di proroga e andare tutti a casa!
Esprimiamo pertanto tutta la nostra solidarietà agli occupanti e li ringraziamo per il loro gesto”.
Il capogruppo democratico alla Pisana ha accusato i consiglieri M5s di essere proprio loro i responsabili di quanto accaduto: “La messinscena dell’occupazione grillina del Consiglio Regionale è solo fumo per sottrarsi alle gravi responsabilità del M5s nel ritardo dell’approvazione della proposta di legge 128 di proroga del Piano Territoriale Paesistico Regionale in scadenza il prossimo 14 febbraio”.
Lo ha dichiarato in una nota Marco Vincenzi, capogruppo del PD in consiglio regionale: Lunedì scorso [10 febbraio 2014, ndr.] si è svolta la conferenza dei capigruppo con l’obiettivo di ‘calendarizzare’ per venerdì 14 proprio la proposta di legge regionale 128 – riprende Vincenzi –  e il gruppo M5s con la sua assenza ha contributo a far mancare il numero legale. Oggi, in conferenza dei capigruppo, il Partito Democratico, sostenuto anche dal presidente Leodori, ha di nuovo proposto di discutere la proposta di legge in un consiglio previsto sempre per venerdì 14 e i pentastellati fatto mancare il loro assenso, impedendo di fatto per la seconda volta la ‘calendarizzazione’. I verbali delle conferenze dei capigruppo confermano – conclude Vincenzi –  senza possibilità di smentita, le responsabilità dei grillini nello slittamento dell’esame in Aula della proposta di legge 128. L’occupazione del Consiglio è solo propaganda e demagogia
Marco Vincenzi
Sulla querelle è voluto intervenire anche l’urbanista Ing. Paolo Berdini: “Ho molto apprezzato il coraggio dimostrato dai consiglieri del gruppo 5 stelle che hanno occupato l’aula del consiglio regionale del Lazio per denunciare lo scandalo del Piano paesaggistico che non si riesce ad approvare in via definitiva dopo anni dalla sua adozione. Di solito, le occupazioni dell’aula sono provocate da scontri politici o ideologici. È  invece raro che avvengano per richiamare l’attenzione su atti fondamentali del governo regionale.
Paolo Berdini
L’Ing. Paolo Berdini arriva alla seguente conclusione: “L’avvenuta scadenza del 14 febbraio lascia quelle aree (alcune di grandissima valenza paesistica) senza alcuna tutela. 
A mio giudizio, è questo il motivo vero della rabbiosa reazione contro il gesto simbolico del gruppo 5 stelle: non bisogna disturbare il manovratore delle deroghe urbanistiche e paesistiche e porre invece le questioni fondamentali della vita delle istituzioni pubbliche. Quelle della tutela del paesaggio e del territorio”.
Al momento in cui scrivo da 4 giorni è passata la scadenza del 14 febbraio 2014 senza che sia stata approvata la proposta di legge n. 128.
Da tutto quanto sopra esposto deriva che da un punto di vista giuridico è scattato il regime di cui al 2° periodo del 1° comma dell’art. 21 della legge regionale n. 24/1998 secondo il quale “nelle aree sottoposte a vincolo paesistico con provvedimento dell’amministrazione competente, sono consentiti esclusivamente interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, risanamento, recupero statico ed igienico e restauro conservativo.”
Quanto invece al quesito sulla scadenza o meno delle “misure di salvaguardia” l’art. 23 Bis, così come introdotto con la legge regionale  n. 16 del 28 dicembre 2012, recepisce il comma 9 dell’art. 143 del D.Lgs. n. 42/2004 che non contempla alcun termine di decadenza per l’efficacia delle misure di salvaguardia.
Va però messo in grande evidenza che l’azione messa in atto dal Movimento 5 Stelle, benché non supportata oggettivamente sul piano giuridico (stupisce al riguardo chi ha sostenuto la “tesi” della decadenza della misure di salvaguardia, nell’evidente ignoranza di tutti i precedenti sopra richiamati) ), non appare né eccessiva né fuor di luogo ed il “tanto rumore” che ha provocato non è “per nulla”, perché è l’attuale maggioranza al governo della regione che dovrebbe caso mai spiegare le ragioni della mancata calendarizzazione (senza attaccarsi a miseri rinfacci) per fugare ogni sospetto.
È un dato di fatto che la modifica della legge regionale n. 24/98 è avvenuta in sordina ed è legittimo sospettare, benché la legge non ammetta ignoranza da parte delle pubbliche amministrazioni, che molti Comuni ignorino la modifica e siano rimasti al testo del previdente art. 23 Bis secondo cui dopo 5 anni le misure di salvaguardia sarebbero scadute e magari in perfetta buona fede rilascino permessi di costruire in zona vincolata proprio dove è vietato.
Ne deriva che ogni giorno in più che passa avvalora ancora di più questo sospetto, al pari dell’altro ben più grave sospetto innescato dalla mancata approvazione a tutt’oggi della Proposta di legge regionale n. 76 del 24 settembre 2013 per superare le censure di incostituzionalità, che di fatto sta consentendo che si continui a costruire illecitamente con i due provvedimenti sul Piano Casa voluti all’epoca dall’Assessore Ciocchetti: quanto tempo ancora  si vuol prendere questa maggioranza per approvare entrambe le suddette proposte di legge?

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