Commissione Ambiente: il documento congiunto prodotto dalle opposizioni di Gallicano nel Lazio

Valutazioni preliminari in riferimento al progetto per la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili (fotovoltaico e biogas), nel Comune di Gallicano nel Lazio
(Febbraio 2014)
Premessa
Egregio Presidente, egregi consiglieri, colleghi, cittadine e cittadini, già dal 2008, il progetto di una centrale di energia elettrica da biogas in località Colle degli Zecchini/Passerano, viene avviato dall’amministrazione comunale di Gallicano nel Lazio e la Valutazione di Impatto Ambientale si realizza recentemente con determinazione n. A02651 del 05/04/2013 a firma del dott. Luca Fegatelli. La tenuta di Passerano, facente parte del territorio del Comune di Gallicano nel Lazio, per alterne vicende giuridiche e legislative, è attualmente di proprietà della Regione Campania e gestita in nome e per conto di essa dalla società in house Sauie srl. Trattasi, nello specifico, di un’area di circa 900 ettari a vocazione agricola e pastorale dell’agro romano antico, che rappresenta uno degli ultimi polmoni verdi, intatti, alle porte di Roma. Inoltre l’area presa in esame per l’ipotizzata costruzione dell’impianto di biogas, in considerazione dell’alto valore archeologico, è sottoposta ai vincoli del PTPR ad oggi cogenti che la definiscono paesaggio agrario di rilevante valore.

Considerazioni
Noi consiglieri comunali, in rappresentanza unitaria di tutti i gruppi di opposizione, abbiamo richiesto l’intervento di questa illustre e competente commissione regionale per ribadire l’inopportunità, l’insostenibilità e l’impraticabilità di tale intervento sotto ogni punto di vista, spinti e sollecitati dalle forti preoccupazioni delle popolazioni locali (di Gallicano, di altri comuni limitrofi e del Municipio di Roma VI, ex VIII). Preoccupazioni emerse prepotentemente nell’ultimo consiglio comunale straordinario ed aperto, da noi specificamente richiesto, che il presidente del consiglio comunale ha dovuto sospendere per l’estrema affluenza dei cittadini intervenuti.
INSOSTENIBILITÀ
Essendo un intervento che parte da un’iniziativa comunale, bisogna porre attenzione alla sostenibilità economica dell’intervento stesso onde evitare danni erariali perseguibili dalla Corte dei Conti e nello specifico porre attenzione alla mancanza di una valutazione economica approfondita dell’opera. Al riguardo appare sconcertante la dichiarazione resa dal sig. Sindaco al quotidiano “Paese Sera”, in data 14 gennaio 2014, in cui egli dichiara letteralmente, in riferimento a tale progetto: “per evitare ogni possibile intromissione esterna abbiamo costituito una società pubblica”.  Ad oggi non risultano delibere, o altri atti, relativi alla costituzione di tale società pubblica né costituita né costituenda.
Ancora più sconcertante la spesa sostenuta, su finanziamento della Provincia di Roma nel 2010, di circa 800mila euro per la progettazione dell’impianto affidata alla ditta Martino Associati di Grosseto. Sconcertante perché non risulta ad oggi alcun titolo di possesso del terreno oggetto dell’intervento, anzi sullo stesso è pendente un ricorso, in secondo grado, per il riconoscimento dell’uso civico promosso dall’Università Agraria di Gallicano nel Lazio. L’uso civico, insieme ad altre caratterizzazioni come DOC e DOP sono motivi escludenti per la localizzazione di impianti di biogas. Il buon amministratore spenderebbe risorse ingenti su un bene di cui non sa se sia o meno il proprietario?
IMPRATICABILITÀ
Nella stessa determinazione  n. A02651 del 05/04/2013 a firma del dott. Luca Fegatelli, si evidenzia che l’efficacia dell’atto è subordinata al ricevimento dei pareri dell’Area Difesa del Suolo e Concessioni Demaniali e del Dipartimento Istituzionale e Territorio della Regione Lazio.
Si evidenzia soprattutto che a pagina 11 della Determinazione si cita la nota prot. N. 21421 del 13/11/2012 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio che ha come oggetto PARERE NEGATIVO in quanto le opere proposte non sono conformi alle norme vigentiin materia di tutela paesaggistica e sono non compatibili alla qualità paesistica dell’intorno esistente.
Al riguardo si richiama il quadro di riferimento programmatico in cui è inserito l’intervento che evidenzia la sua sostanziale inidoneità rispetto alla localizzazione prescelta.
Ad abundantiam, in riferimento alla realizzazione di un cimitero comprensoriale di 120mila loculi, per un valore di 160milioni di euro, che la Giunta Comunale di Gallicano nel Lazio ha inteso edificare in un’area confinante a quella prevista  per l’impianto di biogas, si rappresentano le posizioni espresse dall’associazione Italia Nostra che ha formalmente diffidato l’ex Sindaco Danilo Sordi e l’attuale Sindaco Marcello Accordino dalla realizzazione di tale opera e quella della società Sauie srl che in una nota del 26 novembre 2013 ha testualmente affermato: “Per quanto nelle proprie funzioni, in uno alla proprietà Regione Campania, la società si è sempre opposta e si opporrà a tutti i tentativi che il Comune di Gallicano nel Lazio ha più volte messo in atto per la realizzazione di progetti di cementificazione sul territorio della Tenuta” assicurando “il sostegno ad ogni iniziativa finalizzata ad impedire lo smembramento di queste aree di elevato interesse paesaggistico, archeologico e storico”. Un chiaro messaggio anche a tutela dei lavoratori della tenuta agricola, ai quali va il nostro più alto saluto.
Il buon amministratore spenderebbe 800mila euro per la progettazione di un’opera localizzata in un’area che, si sa già, avrebbe ricevuto un parere negativo dal parte del competente ufficio del Ministero dell’Ambiente, esponendosi dunque ad un forte rischio di contenzioso? Nessuno immaginava? Nessuno sapeva? Nessuno ha indagato?
INOPPORTUNITÀ
In questi anni la letteratura scientifica ha spesso messo in luce i danni causati dagli effetti nocivi di questi impianti. Vi citiamo il libro “Le Tecnologie delle fonti rinnovabili”, edito dal Sole 24 Ore, che a pagina 94 recita testualmente: “L’utilizzo di biomasse con diverse caratteristiche chimico-fisiche nello stesso impianto non avviene in modo ottimizzato e porta a processi non efficienti e ad emissioni con alto contenuto di sostanze dannose (ossidi di azoto, monossido di carbonio e particolato)” non solo, ma a pagina 121 aggiunge “è comunque importante tenere conto di come la produzione energetica da fonti rinnovabili generi impatti ambientali non trascurabili”.  Quanto al particolato ed alle nano particelle emesse da questi impianti esiste una notevole pubblicistica, ma citeremo solo 2 fonti. 1) Lo SCHER, Scientific Committee on Healt and Environmental Risk, Comitato UE per i rischi per la salute ed ambientali, afferma che le maggiori emissioni, tra le tante, si hanno negli impianti di biogas, 2) Uno studio del giornale dell’associazione medica americana individua nelle nano particelle le cause di ricoveri a breve termine per malattie cardiovascolari e respiratorie che tendono ad essere più alti nel nord-est, sud-est. Se si sovrappone a ciò, la mappa degli impianti a biogas americani, qualche dubbio sorgerebbe anche nel biogassista più “ultras”. Da non trascurare, poi, il calcolo delle distanze in metri, misurate sul suolo nell’intorno ambientale ristretto della piana collinare prenestina, tra l’altro sistema idrografico sinistro del reticolo del fiume Aniene (min. 400 metri dai primi insediamenti di Valle Martella, nel comune di Zagarolo). Mentre nell’analisi della ventilazione dominante durante tutto l’anno con centro su Colle degli Zecchini, nella scala di Beaufort, una brezza con valore 2, percorre 4-5 m/s.; quindi una brezza media percorre in un’ora 14,4 km, ben oltre i limiti di territorio dell’area prenestina. La garanzia del controllo è un palliativo privo di solidità su cui non è possibile impostare la sicurezza del sistema: o il sistema è intrinsecamente sicuro, ed allora sono valide e giuste le agevolazioni, le deroghe e le corsie  preferenziali, oppure è solo controllabile, dunque servirà:
1) un territorio oggettivamente adatto;
2) un progetto altamente condiviso dietro un processo di individuazione multiplo e comprensivo dell’ipotesi zero;
3) un controllo sulla progettazione, realizzazione ed esercizio altamente qualificato e, soprattutto,   esterno ai soggetti agenti: il caso Salerno.
4) la garanzia che quella sia l’unica prerogativa per il territorio, dove per territorio si intende:
a) il luogo di intervento
b) la sua natura
c) la sua storia
d) il lavoro e la vita dei suoi abitanti.
E non vale come scusante il fatto che si tratti di un area residuale. La prima volta che abbiamo incontrato un gruppo di speleo-archeologi ci siamo trovati di fronte persone entusiaste della ricchezza del territorio di Gallicano nel Lazio. A loro la presenza di una ferrovia e di un’autostrada non ha impedito di cercare, esplorare e studiare il Colle degli Zecchini. Egregi consiglieri, un corpo ferito, non per questo merita di essere messo a morte. Una zona già inquinata non va penalizzata con altro inquinamento, semmai va risarcita!
Il buon amministratore, messo di fronte al serio dubbio se un’opera possa essere nociva o meno per i propri cittadini, la realizzerebbe lo stesso? Non applicherebbe il principio di precauzione, visto che trattasi di un bene rilevante quale la salute? E se non sono nocivi, perché la regione Emilia Romagna ha vietato l’installazione di questi impianti di biogas nelle zone di produzione del Parmigiano Reggiano?
Conclusioni
Egregi signori consiglieri, non siamo qui per speculazioni politiche o amministrative, ma perché abbiamo a cuore un territorio e la sua popolazione. Il tema dei rifiuti è un tema scottante e di scottante attualità è il suo trattamento. Nel rispetto di elementari principi di trasparenza andrebbero fornite ulteriori informazioni in riferimento all’eventuale effettivo “sponsor” dell’iniziativa visto che l’importo di 30milioni di euro risulta alquanto inconsueto se proposto da un Ente pubblico ed in particolare da un comune di piccole-medie dimensioni come quello di Gallicano nel Lazio. Se l’opera nasce da una volontà provinciale, perché la provincia firma da un lato un patto per la  valorizzazione dell’Agro Romano Antico e dall’altro sostiene la realizzazione di questi impianti? L’alternativa a questo tipo di impianti c’è e non sono le discariche “stile Malagrotta”, ma sono impianti  finalizzati esclusivamente allo smaltimento della FORSU senza produzione di energia elettrica, ma comunque da non realizzarsi in aree fortemente vincolate come quella di Passerano e sempre in misura proporzionale e dimensionata alla popolazione di ciascun singolo comune.
Emerge sempre di più una volontà politica trasversale tra coloro che vedono nell’agro romano antico la pattumiera di Roma. Una concezione Roma-centrica della provincia, la cui campagna, di inestimabile valore ambientale ed archeologico, deve diventare sempre più a servizio incondizionato di Roma Capitale che ormai non potrà più servirsi di aree “stile Malagrotta”. Una scelta che non si limita allo spazio ed al tempo in cui stiamo parlando, ma che avrà ricadute da qui a vent’anni con cementificazioni selvagge, PIP, abusivismo e quant’altro. La realizzazione di cimiteri ed impianti a biogas non sottende il mantenimento intorno di aree a vocazione agricola. In un momento in cui l’Europa ed il mondo vanno nella direzione del consumo di suolo zero. Dall’altra parte ci sono numerose associazioni e comitati che lottano e lotteranno con tutte le loro forze per ridare dignità ad un territorio compromesso da un fantomatico “progresso” che spesso, nasconde solo miopia ed interessi di parte. Lo stesso progresso che ci conduce non tanto a comprare, quanto a buttare e, quindi, a creare rifiuti. Come la questione del divieto di abbruciamento degli sfalci, un chiaro segnale che non ci è sfuggito e che serve esclusivamente a creare ulteriori e puerili giustificazioni mentali a questo tipo di impianti.
Per quanto sopra espresso diffidiamo il Comune di Gallicano nel Lazio nel proseguire in questo progetto per le ragioni espresse, per la tutela dell’agro romano antico ed alla luce anche della impossibilità di accesso agli incentivi preventivati nel 2011 anche al fine di evitare ulteriori impegni economici del Comune su una iniziativa che risulta ormai superata dalle attuali politiche di sviluppo delle rinnovabili incluso l’attuale sistema di incentivazione. Chiediamo infine la possibilità di sviluppare studi e processi atti alla salvaguardia dell’agro romano antico, alla valorizzazione delle sue risorse storiche, agricole e paesaggistiche che possono creare un indotto importantissimo, nello specifico, per tutta l’area prenestina.
I Consiglieri Comunali di Gallicano nel Lazio
Mario Galli (Progetto Comune)
Fabrizio Betti (Progetto Comune)
Lucia D’Offizi (PdL)

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